Mariapaola Pesce e le “Case nel mondo”

Spinginuvole e Book on a Tree raccontano (a volte anche insieme) libri, autori, processi creativi, percorsi… perché le voci non hanno confini né territori!

Il mondo è pieno di case. Ce ne sono di tanti tipi, forme, colori e sapori. Così Roberta Balestrucci ne ha parlato con Mariapaola Pesce, formatrice, coach e scrittrice.

Mapi, da buona viaggiatrice e sognatrice, per te cos’è “casa”? Ci si può rifare alla tesi per cui “casa” è il simbolo del mondo interiore?
Casa per me è tana, nido, rifugio… è dove mi sento al sicuro, circondata da cose che hanno vissuto con me, o meglio, anche prima di me… oggetti di famiglia, che altri hanno usato e che attraverso i miei gesti e la mia cura continuano a vivere e servire. Cosa poteva esserci di meglio che andare alla scoperta dei nidi degli altri?

Quanti mondi bambini hai incontrato o rispolverato per scrivere questo libro illustrato da Martina Tonello?
In realtà ne ho visitato uno, in modo particolare: il mio! Fin da piccola ho fantasticato sulle case altrui, su come fossero… quando una mi colpiva, perché la incontravo passando in treno, o a piedi, mi fermavo a immaginare gli spazi, gli arredi, la luce che lambiva le pareti, e poco dopo ero lì dentro, e vivevo in quelle stanze, qualche volta nella mia epoca e qualche volta anche nel passato.

 

Dalle tavole meravigliose e molto dettagliate di Martina trasuda la vita di ogni singolo abitante delle case. Come siete arrivate a dar vita ai personaggi? Ma soprattutto, come si fa a immaginare una casa così? Ti sei servita di una documentazione precisa? Hai usato dei ricordi particolari?
Con Martina è stata una bellissima alchimia, che stupisce chiunque ce lo senta raccontare: durante la lavorazione ci siamo scritte, mandate suggerimenti e immagini reciprocamente; abbiamo immaginato ogni singolo ambiente, interno ed esterno, personaggi… e mentre lei aggiungeva dettagli e piccole sorprese qua e là, io nell’ultima stesura ho modificato delle parti per aderire alle sue immagini ricche e piene di vitalità. Poi, sei mesi dopo l’uscita del libro, ci siamo finalmente conosciute!

Come è nato questo progetto? La meraviglia provata nello sfogliare e leggere il vostro lavoro è stata ritrovarsi a sognare ad occhi aperti.
È stato davvero come intraprendere un viaggio in mongolfiera e dall’alto fare un vero e proprio salto dentro le “Case” raccontate. Quanto ha influito il viaggio e la realtà, o l’immaginare in questo lavoro?
Uh, sì… che bella l’immagine della mongolfiera! Qualche volta abbiamo guardato dall’alto, qualche volta dal di dentro… direi che, paradossalmente, anche se si vedono da fuori le case le abbiamo vissute, più che guardate! Quando mi è arrivata la proposta di fare una pagina di prova, ho scelto la casa-battello di Amsterdam, perché le avevo viste e trovate bellissime! Sai dov’era Martina mentre la disegnava? Proprio ad Amsterdam… ecco perché c’è tanta ricchezza e vivacità in quella pagina! Segno del destino? Chissà, intanto ne è venuto fuori proprio un bel libro, anche se non è nato da una nostra idea, ma da una richiesta della casa editrice! E ora lei è in America… magari vedrà proprio un loft a New York come quello dei nostri due amici studenti!

Quando eri piccola avevi un tuo nascondiglio preciso in casa, dove nasconderti quando eri triste, felice, arrabbiata? Com’era?
Io me li costruivo, i nascondigli! Ero un incrocio tra Jo di Piccole Donne e Tom Sawyer: un po’ spaccona, un po’ romantica e soprattutto piuttosto creativa, per cui costruivo rifugi con sedie e coperte, o mi creavo spazi intimi dietro a una grande poltrona verde scomodissima, che aveva il solo vantaggio di avere uno schienale altissimo. Ci andavo soprattutto quando volevo sognare, e restarmene in silenzio a immaginare. Se ero triste, non so perché, non mi nascondevo, e se ero felice giocavo con mia sorella mascherata con stracci di ogni tipo… Ora che mi ci fai pensare, anche in quei giochi partivamo per lunghi viaggi avventurosi… Caspita, cosa hai fatto emergere dai ricordi!

 

Qual è la casa che senti più tua in questo libro?
Ci sono due risposte. Una è quella che mi piace di più, ed è il cottage inglese: ci vorrei trascorrere una lunga vacanza di scrittura, buone marmellate e passeggiate ventose sulle colline circostanti. L’altra è quella più vicina alla logica del libro: la roulotte! Così potrei viaggiare senza lasciare i miei gatti, e arriverei dovunque con il mio guscio a proteggermi!

Novità in vista? Ci puoi raccontare qualcosa?
Un paio di cosine in arrivo, di cui una in Francia, che racconta il grande viaggio di Koichi, disposto a tutto per un amore più grande di lui, e con illustrazioni di Hokusai e di Bruno Pilorget, un bravissimo artista francese, e una in Italia, che sarà una bella sorpresa per chi ama i fumetti Bonelli. E poi una graphic novel su Angela Davis… Con Martina vorremmo fare ancora un libro come questo su altri temi: secondo te è una buon idea?

A noi sembra un’idea ottima! Intanto, potete trovare “Case nel mondo” di Mariapaola Pesce sul sito dell’editore Electa!

 

Vuoi saperne di più?
L’intervista a Martina Tonello su Spinginuvole!

La Bot Room, la stanza virtuale dove rinchiudiamo ogni tanto qualcuno da uno dei nostri rami – autori, illustratori, grafici, editor, project manager… –  per quattro chiacchiere informali, più o meno!  Tutte le interviste QUI.