La Bot Room è la stanza dove rinchiudiamo ogni tanto qualcuno da uno dei nostri rami – autori, illustratori, grafici, editor, project manager… – per quattro chiacchiere informali, più o meno! Oggi tocca a Matilde Tacchini!
[Intervista a cura di Davide Calì]
Matilde, CARO BAMBINO è il tuo primo albo illustrato ed esce a Natale! Quanto sei agitata da uno a mille?
Direi novecentonovantanove. Lavorando a questo primo albo ho scoperto che il processo per arrivare all'uscita di un libro è molto lungo e con tanti passaggi intermedi, per cui quando arriva il fatidico giorno, quasi non sembra vero.
Dopo quasi un anno di revisioni, mail e bozze una parte di me pensa già a nuovi progetti, e credevo di aver già superato la fase tremarella da primo libro. Ma ora che si avvicina il fatidico giorno credo che quando vedrò Caro Bambino fisicamente in libreria avrò un mancamento. Mi porterò i sali per rinvenire, come le signorine dell'Ottocento.
Nel tuo libro inverti un po’ ruoli, non è il bambino a scrivere a Babbo Natale, ma l’inverso. Fino a quanti anni hai creduto a Babbo Natale? E cosa avresti fatto se avessi ricevuto una lettera del genere?
Chi l'ha detto che Babbo Natale non esiste? Io la letterina la scrivo ancora ogni anno: nell'ultima gli ho chiesto di farmi pubblicare un libro. Mi aspetto che mi scriva presto per farmi le sue congratulazioni!
A parte gli scherzi, ricordo perfettamente quando è nata l'idea del libro, era un pomeriggio e mio figlio mi ha chiesto se scrivevamo la letterina... ma era ancora settembre! Mi ha preso così alla sprovvista che in quel momento ho pensato "Povero Babbo Natale, ma non si stanca mai?"
E da lì ruoli si sono invertiti: invece di concentrarmi sui nostri desideri, ho pensato cosa Babbo Natale aveva da dirci.
Come hai lavorato con l’illustratrice Raffaella Bolaffio?
Lavorare con Raffaella è stata una bellissima esperienza. In questo libro la narrazione è totalmente in sinergia con le immagini, con il solo testo il libro non starebbe in piedi.
Raffaella ha capito subito lo spirito della storia e ci siamo confrontate spesso perché testo e immagini lavorassero insieme in modo armonico. Raffaella non solo è riuscita a mettere su carta le mie idee, ha aggiunto tantissimi elementi che hanno resa la storia ancora più buffa e divertente. È stata davvero bravissima (e molto paziente!).
C’è un Babbo Natale o una storia di Natale nella letteratura alla quale sei rimasta affezionata?
Non ho una storia di Natale o un Babbo Natale specifico a cui sono legata. Amo da sempre l'atmosfera del Natale, mi piacciono gli addobbi, i pomeriggi con i giochi in scatola, i regali sotto l'albero e la casa invasa di gente di tutte le età.
Da bambina il mio sogno era trovare il biglietto dorato per entrare nella fabbrica di cioccolato, quindi se dovessi scegliermi un mio personale Babbo Natale, vorrei che fosse come Willy Wonka. Uno un po’ polemico, ogni tanto politicamente scorretto, ma che ama i dolci, i bambini ed è sempre sincero.
Potete trovare Caro Bambino sul sito della casa editrice.
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